Recensione: "Danza Macabra" di Gabriella Bertolino - a cura di A.


Titolo: Danza Macabra

Autore: Gabriella Bertolino
Prezzo Intero: 13.00 €
Editore: Elpìs Editrice
Trama: Pelle diafana, lunghi capelli talmente biondi da essere quasi bianchi. Una ribelle, l'altra dolce: queste sono Rainbow e Mina, due gemelle. Due gemelle warlock. Proprio per questo, avrebbero dovuto vivere separate, perché la loro società non accetta un tale abominio. Ma Rainbow non può vivere senza Mina, così impone la sua presenza in un luogo dove, altrimenti, non sarebbe mai stata accettata: la New Forest Coven, una delle scuole di warlock più prestigiose e dove Mina è destinata ad andare. Un luogo in cui lei, warlock della terra, è disprezzata da studenti, professori e soprattutto dalla direttrice, Constance Avurie, sempre in compagnia dei suoi fedeli corvi neri. A Rainbow, però, non importa: ciò che conta è di potere stare insieme a Mina, warlock dell'acqua. Mina, che però fa qualcosa che lei non si sarebbe mai aspettata: si innamora. Proprio per amore, vuole partecipare al Ballo d'Inverno della scuola. Quasi per ripicca, Rainbow sarà costretta ad andare, invitando l'affascinante Cameron, warlock della psiche, il quale però rifiuterà di danzare con lei. Perché quando i sinistri strumenti di quel ballo prenderanno a suonare, qualcosa verrà loro svelato, un macabro segreto custodito da generazioni di warlocks. Una tradizione che porterà via a Rainbow la sua Luce...

Recensione:
“Libertà è una bambola che recide i fili
Che muove il primo passo, correndo il rischio di cadere.
Vendetta è la melodia amara che seguono passi imposti da altri.
Odio è il nuovo maestro d’orchestra.
Amore è cadere insieme.”

Così Danza Macabra parla per la prima volta, mettendo mano ad una poesia – scritta forse dall’autrice stessa- travestita di metafore suggestive, pronte a dir tutto senza dir niente, ma il cui scopo è chiaramente quello di avvertirci di ciò che le pagine a seguire avranno da comunicare: Libertà, Vendetta, Odio, Amore. Sta già tutto lì, dentro quei cinque versi, come una storia rifugiata dietro a una tenda e ancora poco percettibile.
Ma andiamo per ordine. Danza Macabra è il primo volume di una saga d’esordio dai toni torvi di un dark-fantasy vestita d’abiti vittoriani, vomitata dalla mente di Gabriella Bertolino -ventenne, giovanissima ma non meno capace d’altri autori nel gestire le parole e dare loro una forma- e resa pubblica nello scorso anno dall’altrettanto giovane casa editrice Elpìs.
La storia vede come protagonista tale Rainbow Macabre, studentessa ribelle della New Forest Coven, prestigiosa scuola cui viene destinato ciascun warlock capace di gestire uno dei cinque elementi: fuoco, acqua, terra, aria, psiche. E dove sta la novità? La trama, ad un’occhiata lesta sulle prime pagine, non è che lineare come l’orizzonte di un oceano piatto, già vista sotto altre forme e quindi poco rivoluzionaria. Che altro c’è?
C’è che Rainbow è una warlock della terra, elemento fortemente emarginato e contro cui viene volentieri rivolta l’avversione altrui. C’è che Rainbow ha una sorella –gemella- per la quale è disposta a fare la qualunque cosa, fosse anche la più sciocca. C’è che la New ForestCoven ha seppelliti segreti assai più grandi di quanto ci si aspetti, nel suo silenzio di tomba.
Non è tanto la trama a cercare d’essere innovativa, quanto più i personaggi che l’abitano e le loro scelte, spesso e volentieri umane, ingiuste, disastrose. La storia vuole raccontarci poco dell’immaginaria terra dentro cui ci si muove e tanto delle persone, della bambola che sceglie di recidere i fili e danzare al ritmo d’una melodia imposta. Ma danza coi propri soli passi, con le proprie sole regole.
Il racconto è in prima persona, ma la persona non è sempre la stessa: di capitolo in capitolo, ci si può trovare a guardare con occhi diversi dai precedenti, parlare con una differente voce e muoversi con differenti corpi. La struttura delle parole cambia allo stesso modo, diventando elegante o grezza a seconda della mente che vi sta dietro, quasi venisse davvero prodotta da più mani.
In linea generale, alla mano che scrive piace smarrirsi nelle descrizioni degli ambienti quando lo trova necessario, le piace farsi dolce come una poesia o cruda come un incubo all’occorrenza. Non è una lettura impegnativa ma, anzi, semplice e gradevole, nei limiti del mio gusto personale. E’ una via di mezzo fra la superficie e l’abisso, ma che ha il potenziale di immergersi più in profondità.
Questo primo libro pare più un trampolino di lancio verso terreni inesplorati e assai più ampi, una piccola parentesi dentro cui i personaggi sbirciano da un dirupo nell’attesa di potersi gettare a capofitto. E cosa si trova alla base di quel dirupo, lo dirà solo il secondo volume –prossimo, si spera, all’uscita.

Voto finale: 3.8/5

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