Recensione: "La Corte di Ali e Rovina" - a cura di Anna

Titolo: La Corte di Ali e Rovina
Titolo originale: A Court of Wings and Ruin 
Autrice: Sarah J. Maas
Editore: Mondadori
Pagine: 682
Traduttore: Vanessa Valentinuzzi
Prezzo (copertina rigida): 18,90
   

Sinossi: Feyre è determinata a raccogliere il maggior numero di informazioni possibile sui piani di Tamlin e del Re di Hybern che minacciano di mettere Prythian in ginocchio. Per questo si è separata dall'uomo che ama e ha fatto ritorno alla Corte di Primavera. Ma per poter portare a termine il suo piano, dovrà tessere una fitta trama di inganni e tenere a bada il suo desiderio di vendetta. Sa bene, infatti, che un solo passo falso potrebbe condurre non soltanto alla sua rovina ma a quella di tutto il suo mondo. La ragazza sa anche che il Re di Hybern non si fermerà davanti a nulla, perciò, a mano a mano che la guerra si avvicina, dovrà decidere di chi fidarsi e cercare alleati nei posti più inaspettati.

Salve lettori! 
Eccomi qui a parlarvi del terzo e ultimo capitolo della trilogia La Corte di Rose e Spine (in originale A Court of Thorns and Roses), pubblicata in Italia dalla Mondadori, la quale non posso non ringraziare infinitamente per aver portato questa magnifica trilogia nella mia libreria. Dunque, prima di iniziare, se doveste avere un piccolo vuoto di memoria vi lascio non solo le bellissime copertine, ma anche le sinossi dei due libri precedenti della trilogia, i quali saranno ovviamente oggetto di spoiler. Inoltre vi invito a leggere questa recensione solo quando avrete effettivamente finito il libro poichè, essendo la trama lunga e cosparsa di azioni ed eventi importanti, farò qualche riferimento per rendere la recensione più ricca di commenti. Buona lettura e fatemi sapere i vostri pareri in merito!

Sinossi: Una volta tornata al suo villaggio dopo aver ucciso quel lupo spaventoso, però, la diciannovenne Feyre riceve la visita di una creatura bestiale che irrompe a casa sua per chiederle conto di ciò che ha appena fatto. L'animale che ha ucciso, infatti, non era un lupo comune ma un Fae e secondo la legge "ogni attacco ingiustificato da parte di un umano a un essere fatato può essere ripagato solo con una vita umana in cambio. Una vita per una vita". Ma non è la morte il destino di Feyre, bensì l'allontanamento dalla sua famiglia, dal suo villaggio, dal mondo degli umani, per finire nel Regno di Prythian, una terra magica e ingannevole di cui fino a quel momento aveva solamente sentito raccontare nelle leggende. Qui Feyre sarà libera di muoversi ma non di tornare a casa, e vivrà nel castello del suo rapitore, Tamlin, che, come ben presto scoprirà la ragazza, non è un animale mostruoso ma un essere immortale, costretto a nascondere il proprio volto dietro a una maschera. Una creatura nei confronti della quale, dopo la fredda ostilità iniziale, e nonostante i rischi che questo comporta, Feyre inizierà a provare un interesse via via più forte che si trasformerà ben presto in una passione dirompente. Quando poi un'ombra antica si allungherà minacciosa sul regno fatato, la ragazza si troverà di fronte a un bivio drammatico. Se non dovesse trovare il modo di fermarla, sancirà la condanna di Tamlin e del suo mondo...

Sinossi: Dopo essersi sottratta al giogo di Amarantha e averla sconfitta, Feyre può finalmente ritornare alla Corte di Primavera. Per riuscirci, però, ha dovuto pagare un prezzo altissimo. Il dolore, il senso di colpa e la rabbia per le azioni terribili che è stata costretta a commettere per liberare se stessa e Tamlin, e salvare il suo popolo, infatti, la stanno mangiando viva, pezzetto dopo pezzetto. E forse nemmeno l'eternità appena conquistata sarà lunga a sufficienza per ricomporla. Qualcosa in lei si è incrinato in modo irreversibile, tanto che ormai non si riconosce più. Non si sente più la stessa Feyre che, un anno prima, aveva fatto il suo ingresso nella Corte di Primavera. E forse non è nemmeno più la stessa Feyre di cui si è innamorato Tamlin. Tanto che l'arrivo improvviso e molto teatrale di Rhysand alla corte per reclamare la soddisfazione del loro patto - secondo il quale Feyre dovrà passare con lui una settimana al mese nella misteriosa Corte della Notte, luogo di montagne e oscurità, stelle e morte - è per lei quasi un sollievo. Ma mentre Feyre cerca di barcamenarsi nel fitto intrico di strategie politiche, potere e passioni contrastanti, un male ancora più pericoloso di quello appena sconfitto incombe su Prythian. E forse la chiave per fermarlo potrebbe essere proprio lei, a patto che riesca a sfruttare a pieno i poteri che ha ricevuto in dono quando è stata trasformata in una creatura immortale, a guarire la sua anima ferita e a decidere così che direzione dare al proprio futuro e a quello di un mondo spaccato in due.

Mi manca già Rhysand tutto di questa trilogia. 
Ma andiamo con ordine e analizziamo i nostri personaggi nella prima parte del libro, denominata
Principessa delle carogne. 
La Feyre che ritorna alla Corte di Primavera non è la giovane umana sperduta e non proprio innocente che vi aveva messo piede per la prima volta, ma non è neanche la ragazza spezzata, rinata Fae, che l'aveva lasciata in preda alla disperazione. La Feyre che ritorna alla Corte di Primavera è la Signora Suprema della Corte della Notte e anche se il tatuaggio che lo prova rimane invisibile sotto un incantesimo, lei non dimentica il suo ruolo. Non dimentica Rhysand, non dimentica i suoi amici e non dimentica la Corte dei Sogni. La sua Corte.  
"La rabbia mi era cresciuta dentro come una creatura viva, con un cuore che batteva risuonandomi nella profondità del petto, cullandomi fino a farmi addormentare, per poi scuotermi al risveglio. Volevo vendetta, ma una vendetta repentina, a parte soddisfare la mia rabbia cocente, sarebbe stata inutile."
Niente oltre la rabbia e la vendetta anima le azioni di Feyre. Ogni sguardo, ogni sorriso e perfino ogni raggio di luce solare avrà il fine di distruggere Tamlin e disgregare l'organizzazione della sua Corte.
E Tamlin non farà altro che aiutare Feyre a distruggerlo, perché sbaglierà tutto di nuovo. Sbaglierà ancora con Feyre, con Lucien, con i suoi guerrieri. Solo nella terza parte del libro proverà a redimersi, ma anche se si rivelerà essere in qualche modo fondamentale, non smetterò di provare rabbia e astio nei suoi confronti. Non solo per ciò che ha fatto a Feyre, ma per quel grido di aiuto che non ha voluto ascoltare, per la disperazione che si è rifiutato di comprendere. Per ciò che non ha voluto capire e che forse, solo alla fine, ha accettato. Spero che oltre al semplice accettare, lui abbia anche compreso e mi auguro che in futuro - se la Maas darà a noi lettori la possibilità di rivedere Tamlin - darà a qualcun altro la fiducia che merita, lasciandogli/le un posto al suo fianco. Non dietro, ma al suo fianco, sempre
Lucien l'ho amato troppo è stato una riscoperta. Verrà presentata la sua famiglia, permettendoci di entrare in empatia con il suo personaggio, ma verrà fuori anche la sua temerarietà quando deciderà di seguire Feyre; il suo valore e il suo senso di colpa quando verrà a conoscenza della Corte dei Sogni, ma in particolare la sua dolcezza e la sua preoccupazione. Quest'ultima rivolta quasi completamente a Elain, che a Hybern abbiamo scoperto essere la sua compagna. Il loro sarà un vincolo diverso rispetto quello che conosciamo già e che abbiamo avuto modo di vedere da molto vicino e a parer mio è un modo di mostrare quanto i sentimenti siano complessi e quanto un legame del genere non significhi più di tanto, se quel tanto non lo si crea insieme. Avrà anche Lucien una parte fondamentale nel finale di questa trilogia e proprio le sue capacità daranno a noi lettori la possibilità di apprezzare il suo personaggio per quel che è e non per essere un terzo incomodo o il cortigiano principale e più bello della Corte di Primavera. Lucien ha un ruolo - quello che si avvicina più a un ambasciatore - perché lo merita e finalmente la Maas mostrerà questo come molti altri dei suoi punti forti.
Non vorrei sprecare molto tempo a parlare di Ianthe. Lei è proprio quello che si è dimostrata essere: viscida e opprimente. Nessuno dovrebbe tenere vicino a sé delle persone simili.

Feyre tesserà una tela di bugie, inganni e azioni che le permetteranno di raggiungere i suoi scopi, di fuggire dalla Corte di Primavera e di tornare dal suo compagno e dalle sue sorelle. Proprio nella Corte della Notte e - come vedremo - soprattutto nella Corte dell'Alba comincerà a muoversi la trama, perché Prythian è in guerra e bisogna contrastare Hybern. 
Le due parti successive, Spezzamaledizioni e Signora Suprema, vedranno il diffondersi delle conseguenze della guerra negli animi della Corte dei Sogni e proprio Mor, che veste i panni della Fae psicologicamente più forte, sarà quella che verrà messa più alla prova dagli eventi. I doveri e la necessità di allearsi la porranno davanti a uomini che non hanno fatto altro che sminuirla e recarle dolore, ma anche una rivelazione troppo inaspettata permetterà di rivalutare nuovamente in positivo la sua forza e il suo coraggio. Personalmente non mi hanno convinto appieno le parole di Mor nello spiegare la sua situazione sentimentale (credo si possa definire così), non perché non può essere possibile ciò che prova, ma perché nel libro precedente sembrava dimostrare l'opposto e di conseguenza l'ho trovato lievemente incoerente con il personaggio che avevo imparato a conoscere. Ma lo accetto e spero che questa caratteristica verrà resa più evidente, e meno ambigua, in un possibile futuro del personaggio. 
Un futuro lo avranno anche Elain e Nesta. Elain è stata sicuramente importante in questo romanzo, ma lo spazio che le è stato dato è risultato minimo e marginale. Di sicuro è importante, essendo una delle sorelle Archeron e anche un'altra cosa, ma tutto il resto rimane sconosciuto. I suoi pensieri, le sue opinioni, le sue idee e i suoi sentimenti. Solo questi ultimi inizialmente sembrano essere rivolti a qualcuno di orribile, ma giunti al finale credo che evaporeranno e si indirizzeranno verso quello che sembra essere un... triangolo? Spero di no, anche se potrebbe essere interessante, ma a mio parere troppo complesso da rappresentare. In ogni caso spero un futuro per Elain, mentre per Nesta sono sicura che ci sarà. Difatti la più brusca delle tre sorelle ha subito un percorso che non voleva nemmeno iniziare, ma che si è rivelato essere piacevole alla lettura e soprattutto molto coerente con il personaggio. Anche lei rimane un mistero a livello psicologico e sentimentale, anche se forse quest'ultimo campo è più confuso che altro, ma di certo è stata rivelata la sua centralità e importanza nel continente di Prythian, dunque sono certa che di Nesta ne sapremo molto di più in libri a lei dedicati.
Azriel e Cassian hanno entrambi instaurato delle belle relazioni interpersonali con molti altri personaggi - rispettivamente Elain e Nesta in particolare - e ho apprezzato tantissimo il modo in cui tutto questo è stato scritto. I due guerrieri sono delle perle preziose e interessanti allo stesso tempo, ma ancora sconosciute. Infatti il problema di un libro in cui vengono presentati così tanti personaggi è quello di dare loro spazio a sufficienza e di trovare il tempo per approfondire la loro psicologia. Ovviamente questo non è avvenuto perché la trama deve proseguire e il punto di vista, d'altronde, è quello di Feyre, che non può fare altro che osservare, riferire e commentare. 
Spero tanto che i futuri progetti di Sarah J. Maas prevedano anche i nostri Illyrian preferiti (e credo sarà proprio così) perché la forza che hanno dimostrato, la fiducia, il coraggio e il sacrificio sono qualità che devono non solo essere mostrate, ma anche elogiate e imitate. 
Giunti a questo punto un applauso lo merita Amren. Molti non hanno apprezzato le sue gesta in questo libro, ma secondo me ricalcano ancor di più il suo essere. Lei è sempre stata misteriosa e poco propensa alla condivisione di informazioni personali e queste sue caratteristiche sono state fortemente mantenute, dando modo a noi lettori di vedere in scena il personaggio più umano di questa saga. Il suo desiderio e la sua sete di conoscenza mescolate al suo carattere ribelle hanno creato qualcuno di particolare e bello da leggere, ma soprattutto: Amren incarna l'essere umano e ciò che ha portato l'essere umano a progredire nelle sue conoscenze. Varian mi ha invece sconvolto perché sembra qualcuno di diverso dal generale che abbiamo conosciuto nel secondo libro (forse leggermente troppo diverso). Voi cosa ne pensate? A me è piaciuto e allo stesso tempo mi ha lasciata interdetta. 
Arriviamo a Rhysand. A livello di azioni, le sue non sono state molte e fino a un certo punto non ci sono neanche state. Non vorrei impiegare troppo tempo a parlare di quello che gli accade alla fine del libro perchè - e questa volta mi trovo d'accordo con molti - è stata una scelta discutibile. Poco sorprendente, breve e trattata male. Non so quale fosse l'aspettativa della Maas, ma con questa scena ha sicuramente fatto perdere molti punti al suo romanzo perchè ha conferito a Rhys delle caratteristiche che potrebbero appartenergli, in maniera molto radicale, ma che lo hanno reso egoista. Più di quanto ci si poteva aspettare e le mie aspettative erano pari a zero. In ogni caso è giusto parlare di Rhys come di un uomo buono, sensibile e che vuole bene Feyre. L'aiuto che le ha dato in Corte di Nebbia e Furia è stato una questione di vita o di morte e per lei ha rappresentato vita. Difficile spiegare l'importanza del suo gesto e del suo aiuto. In questo terzo libro purtroppo non era più un personaggio da conoscere appieno e da approfondire, di conseguenza è mancata molto la sua caratterizzazione, presente in poche parti. In altre veniva lasciata all'accenno e lunica cosa a rimanere invariata era la sua presenza. Quello che sicuramente resta di lui, dopo aver letto la fine della loro storia per ora, sono di sicuro le sue parole, belle e significative. 
<<Se non ti avessi incontrato, ti avrei aspettata altri cinquecento, mille anni. E se questo è il solo tempo che abbiamo a disposizione, è valsa la pena aspettare. Tutto è successo esattamente come doveva, così che io potessi trovarti.>>

Ho preferito analizzare i profili dei personaggi perché fondamentalmente la trama funziona e non ha bisogno di essere commentata o spoilerata in una recensione. Si parla di come affrontare una guerra e di quali sono gli effetti negativi che ne vengono a galla al momento e l'apprezzare o meno una trama del genere è qualcosa di fortemente soggettivo e nel mio caso è stata promossa. Inoltre i libri scritti da Sarah J. Maas hanno il loro punto forte fissato sui personaggi che crea, capaci di lasciare qualcosa al lettore. Non solo durante la lettura, ma anche dopo aver chiuso il libro. E forse anche molto dopo.
L'unica cosa che non ho apprezzato nella loro creazione è l'idea di immortalità. Sicuramente è bello - o almeno credo - sapere che i nostri personaggi preferiti non moriranno mai, ma bisogna anche dare uno spessore all'immortalità o a una vita lunga secoli e secoli. Nessuno dei personaggi, a parte quelli secondari e divinamente oscuri, mi ha fatto percepire una vita durata per quattro/cinque secoli, figuriamoci di più. Sono certa della difficoltà nel creare questo spessore e questa concretezza nell'idea di immortalità, ma non mi ha comunque convinto ne il modo ne le parole con cui è stata affrontata la questione. Per fortuna non se ne risente troppo. 

I personaggi secondari si sono rivelati davvero secondari; utili solo alla fine, ma apprezzo che la Maas li abbia almeno accennati nei due libri precedenti. Il padre delle sorelle Archeron, di cui non abbiamo un nome, e Jurian sono stati gli unici ad apparire maggiormente e solo Jurian mi ha stupito. Non mi aspettavo quelli che alla fine sono stati i suoi veri intenti. 
Il finale è stato meno epico e più veloce di quanto mi aspettassi e, in parte, salvato all'ultimo semplice e diretto. Tutto quello che accade non fa altro che suggerire futuri libri e rimandare a personaggi che acquistano sempre più importanza.                        
A voi lettori lascio qualche commento in più per non spoilerare più di quanto abbia già fatto! Fatemi sapere cosa ne avete pensato di questo finale, se riuscite a definirlo epico o se si è rivelato come ve lo aspettavate.

I personaggi che mi sono rimasti impressi in questo ultimo capito sono stati Lucien, come avrete ben capito, e Tarquin. 

Il tempo di lettura è stato di cinque riprese in due giorni.
La mia votazione è di 4.25/5 stelline. 

Grazie mille per aver letto la mia recensione e perdonate non solo la considerevole lunghezza, ma anche qualche possibile errore dovuto alla difficoltà di recensire un libro così vasto e pieno
A presto lettori!

Commenti